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LA NOSTRA STORIA

Tradizione, ricerca del gusto, creatività.

La Pasticceria Carrea apre la sua attività a Serravalle Scrivia nel 1987 portando avanti la tradizione dello storico Bar Pasticceria Traverso presente già dalla fine del 1800 in via Umberto I (ora via Berthoud), le cui specialità hanno deliziato i clienti per quasi un secolo. Qui dal 1978 e per quasi un decennio, proprio come si faceva un tempo, sotto la guida di Marco, l’ultimo maître pâtissier della famiglia Traverso di Serravalle, si è formato Francesco Carrea che porta avanti ancora oggi la tradizione di questa arte pasticcera e prepara alcune delle eccellenze secondo le ricette storiche, come gli amaretti e i bacioni al cioccolato.

Dalla tradizione arrivano anche alcuni prodotti da forno come i canestrelli bolliti, una vera tipicità di questo territorio, i torcetti e gli “strappati” (biscotti tipo Lagaccio), tutti dolci leggeri e ideali per la prima colazione.

Negli ultimi anni c’è stata un’evoluzione della produzione, a questi prodotti della tradizione e alla pasticceria classica (pasticcini e torte) si è infatti affiancata una linea dedicata alle paste lievitate, fortemente radicata al territorio e ad eccellenze come i vini bianchi Timorasso e Gavi Docg, le birre artigianali di Pasturana e Motegioco, la grappa della distilleria Gualco di Silvano d’Orba, fatte in vari gusti e declinate in panettoni e colombe (legate alle festività) oppure come focaccia, treccia e girella proposte tutto l’anno.

Un progetto innovativo che ha visto il coinvolgimento della Pasticceria Carrea è quello promosso a partire dal 2014 dalla allora Soprintendenza Archeologia del Piemonte e dall’Associazione Libarna Arteventi sugli “Archeosapori di Libarna”, dall’incontro tra la ricerca storico-archeologica e la sperimentazione pasticcera sono nati alcuni prodotti dedicati all’antica città romana di Serravalle Scrivia, come i “baci di Libarna”, le gallette di farro e il libum.

La Pasticceria è tornata a proporre un dolce che appartiene alla storia serravallese, il Pandolce di San Martino, in dialetto detto “Pàundùse id San Martéin”, la cui tradizione può essere ricondotta a quella del Pandolce genovese (nella versione alta), una sorta di focaccia dolce di pasta lievitata e farcita con frutta secca e uvetta (uva sultanina) prodotto a Genova a partire dal 1500 e diffusosi poi nei forni e nelle pasticcerie del territorio dell’Oltregiogo e del Basso Piemonte.

Si racconta che a Serravalle Scrivia, in occasione della festa di San Martino, nelle famiglie e nei forni dell’antico Borgo si preparasse un pandolce utilizzando, per l’impasto, lievito madre e preziosi ingredienti provenienti dai raccolti di fine estate e destinati alle provviste invernali, pronti per il consumo proprio in quel periodo (come i fichi secchi, le nocciole, le mandorle) insieme all’uvetta, a cui veniva aggiunto un vino bianco prodotto localmente.

Come il Pandolce genovese, questo è un dolce buono tutto l'anno, non solo per il consumo legato alle festività, inoltre, per la sua capacità di conservazione, dura diverse settimane; la sua particolarità e unicità è data dall’abbinamento di ingredienti come le mandorle, i fichi secchi e l’uvetta con il vino bianco Cortese di Gavi Docg, di cui Serravalle Scriva è uno dei comuni della Denominazione.

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