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  • Immagine del redattoreDavide Ferraris

La Pinacoteca di Voltaggio

Aggiornamento: 30 giu 2020




La fondazione del complesso conventuale dei Cappuccini di Voltaggio risale al 1604 e si deve alla decisione degli abitanti di questo piccolo borgo di offrire rifugio, con l’approvazione del governo genovese, ai monaci che viaggiavano tra Genova e Milano.

Nel 1810, in seguito alle soppressioni napoleoniche, il convento entrò a far parte del demanio pubblico ma dopo undici anni, nel 1821, fu acquistato dal marchese De Ferrari il quale decise di mantenere la proprietà ufficiale del bene mettendolo però a disposizione dei religiosi.

Il 1880 vide l’inizio di un completo restauro del convento, grazie ai finanziamenti della Duchessa di Galliera Maria Brignole Sale, che nel 1895 ritornò definitivamente in mano ai Cappuccini.

L’aspetto architettonico e la decorazione del complesso seguono i canoni stabiliti dall’Ordine: la facciata a capanna della chiesa (consacrata nel 1662 e dedicata a San Michele Arcangelo) appare spoglia mentre l’interno, caratterizzato da un’unica navata, risulta ornato solo dal legno dell’altare e del rivestimento delle pareti.

L’allestimento della pinacoteca, nelle sale al pianterreno, non ha comportato significative modificazioni all’assetto degli spazi interni che è rimasto quindi fedele a quello di fine Ottocento.

La collezione di opere pittoriche deve la sua esistenza all’attività di due importantissime figure: la prima è la già ricordata Duchessa di Galliera (che intervenì sfruttando la sua disponibilità economica e la sua sensibilità artistica); il secondo è Padre Pietro Repetto da Voltaggio che ha il merito di essere riuscito a riunire più di duecentocinquanta dipinti.

Padre Repetto non era però solo nella sua attività di ricerca di opere da inserire nella pinacoteca

Ad aiutare il religioso in questo compito troviamo, infatti, Giuseppe Isola: docente all’Accademia Ligustica e artista molto vicino alla Duchessa, egli non solo contribuì alla selezione delle opere da acquistare ma realizzò anche il primo catalogo della collezione.

La collezione della pinacoteca, che per espressa volontà di Padre Repetto non può lasciare il convento, risulta composta soprattutto da tele genovesi o di artisti, spesso lombardi, fortemente attivi nel capoluogo ligure e copre un arco cronologico che dalla fine del Cinquecento giunge fino all’Ottocento.

Una delle caratteristiche più importanti di questa collezione, se non quella fondamentale, è che essa è nata dalla volontà dei Cappuccini di realizzare una quadreria sacra con precise finalità.

La predilezione per particolari soggetti iconografici e la scelta di esporre le opere non solo negli ambienti accessibili ai fedeli ma anche nei corridoi e nelle stanze riservate ai frati dimostra, infatti, che questi capolavori di arte sacra erano utilizzati come una sorta di libro illustrato con cui educare i laici e stimolare la meditazione dei religiosi.


 


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