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Immagine del redattoreDavide Ferraris

Il Sacrario dei Martiri della Benedicta

Aggiornamento: 12 mar 2020


 

Il monte Tobbio è noto per essere stato sede di alcuni tragici eventi che hanno indelebilmente segnato la storia piemontese ed italiana del Novecento.

Nell’inverno del 1943-44 si stabilì, infatti, in questa zona un gruppo di partigiani e renitenti alla leva che si opponevano al regime fascista e nazista.

Il punto di riferimento, per tutte queste persone, divenne la cascina della Benedicta che prende il nome dall’antico monastero benedettino che era stato edificato sul medesimo sito.

All’inizio del 1944 il numero complessivo dei partigiani stabilitisi nella zona si aggirava intorno ad alcune centinaia ma solo una piccola parte di essi possedeva armi o una formazione militare specifica.

Il 6-7 aprile 1944 i nazisti, per colpire la resistenza e spaventare la popolazione, circondarono la Benedicta e le altre cascine vicine: alcuni partigiani, conoscendo il territorio, riuscirono a scappare mentre 400 furono catturati e deportati nei campi di concentramento da dove, salvo poche eccezioni, non fecero ritorno.

Circa 150 furono invece fucilati immediatamente.

A completamento dell’operazione, i nazisti fecero esplodere il piccolo edificio della Benedicta.

Il Parco della Pace, situato nel territorio del comune di Bosio, è stato costituito grazie all’intervento dell’Unione Europea, del Ministero dell’Economia, della Regione Piemonte, della Provincia di Alessandria, della Comunità Montana Appennino Aleramico Obertengo, dal comune di Bosio, dall’Ente Parco Capanne di Marcarolo e dell’Associazione Memoria della Benedicta.

Lo scopo di questo parco, che interessa i luoghi dell’eccidio della Benedicta, è custodire e tramandare il ricordo di questa drammatica vicenda per fare in modo che le nuove generazioni crescano nella consapevolezza che la pace in cui oggi abbiamo il privilegio di vivere è stata costruita a caro prezzo.

Ad impreziosire ulteriormente questo parco vi è da un lato la bellezza della vegetazione e della natura incontaminata che contraddistingue il sito e, dall’altro, la ricchezza della cultura e delle tradizioni locali contadine che si manifestano nell’artigianato del ferro e del legno, nella produzione casearia (la formaggetta delle Capanne), di miele (castagno, millefiori, acacia) e di marmellate.

 

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